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Ricordare o pensare?

“Ieri è il ricordo di oggi. Domani è il sogno del presente. Il presente è un dono”

Quando sei di fronte ad una scelta, ad una decisione, cosa fai? Pensi o ricordi?
Qual è la differenza?

Ricordare, da re-cordar, richiamare al cuore, raggruppa le nostre memorie, le nostre esperienze, che possono sbiadire nel tempo e modificarsi.
È una cronologia di fatti che guida le nostre azioni e le nostre reazioni.
Ricordare ci spinge a ripetere azioni che conosciamo, perché il cervello dell’essere umano vive dell’istinto più forte che è di rendere le cose familiari.
Ricordando, il rischio è di reiterare errori o ripetere scelte dettate dalle nostre abitudini e quindi di creare scenari già vissuti, non trovando soluzioni alternative.

Pensare, dal latino pensum, invece è un’attività che comporta una lavorazione del pensiero, è esercitare la facoltà intellettiva.
Include il ricordo, ma lo supera.
Non è una semplice cronologia di ciò che è stato, pensare è soprattutto consapevolezza del momento presente.
Un’attività psichica che sviluppa la coscienza del sé.
La nostra abilità nel pensare ricordando e creando nell’immaginario, ci farà creare un mondo nuovo, un disvelamento di abilità cognitive.

Ecco che a fronte di eventi dirompenti è fondamentale pensare.
Ogni volta che siete di fronte ad un bivio, ad un evento imprevisto, ad un evento dirompente PENSATE.
Pensate, supportati dalla saggezza dell’esperienza, ma PENSATE, perché il ricordo appartiene al passato, ad immagini e sensazioni passate, mentre il pensiero appartiene al presente e vi offre la straordinaria opportunità di disegnare un nuovo futuro.

“Solo quelli così folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero”
Albert Einstein

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